PSICHE e SOMA in MEDICINA CINESE
Dr. Alberto Lomuscio Cardiologo e Agopuntore – docente IOME
Parlare di “psiche” in medicina energetica può sembrare un controsenso, perché non esistono, nella visione cinese, caselle rigide in cui inquadrare gli eventi fisiologici né suddivisioni nette dei vari organi tra loro o dell’organismo stesso verso l’ambiente.
Tutto è in continuo scambio energetico con Tutto: l’organismo è in scambio con l’esterno e con ciascuna parte interna, ciascuna parte interna con tutte le altre parti interne, con l’organismo in toto e con l’ambiente esterno e così via.
E’ una visione dinamica della realtà.
Nella Medicina Cinese non esiste dicotomia tra corpo e psiche: la psiche è corpo e il corpo è psiche.
Non esiste funzione organica che non contribuisca a dare il proprio “colore emotivo” e non esiste stato d’animo che non lasci la sua “traccia” all’organo. Soma e psiche sono la stessa entità in due diversi livelli energetici. Pertanto la visione cinese può aiutarci, attraverso l’analogia, a comprendere meglio la correlazione tra ciò che noi chiamiamo psiche e ciò che noi chiamiamo soma, e che in realtà sono solo aspetti differenti della stessa realtà.
Infatti:
il Fegato alloggia l’anima Hun
il Cuore alloggia la mente Shen
la Milza alloggia il pensiero Yi
il Polmone alloggia l’essenza vitale, Po
il Rene alloggia la volontà Zhi
La persona Zhi è volitiva, quella Hun è espansiva, quella Shen è dinamica ed emotiva, la persona Yi è portata alla riflessione e all’equilibrio, quella Po è introversa e interiorizza.
il Fegato genera la collera.
il Cuore genera la gioia.
la Milza genera la riflessione e le preoccupazioni.
il Polmone genera la tristezza.
il Rene genera la paura.
Per quanto riguarda le facolta’ psichiche e i sentimenti, la MTC dice che “il Fegato genera l’ira”, ma non solo la “collera” (di per sé negativa) bensì la capacità di reagire rapidamente ad uno stimolo (l’aspetto positivo dell’ira). La capacità di reagire, per la MTC, la fornisce il Fegato, che è l’organo del progetto e del pensare al futuro.
Il viscere accoppiato, Vescica Biliare, fornisce la determinazione necessaria e il giudizio rispetto a ciò che è giusto in assoluto (senso della giustizia).
Al Cuore viene associata la gioia, ossia la gioia di vivere, la pienezza del significato, l’entusiasmo, la gratificazione per la realizzazione del proprio compito esistenziale.
Il viscere accoppiato, Intestino Tenue, fornisce la discriminazione, il senso critico necessario per cogliere il bene per il soggetto e realizzarlo.
Si può quindi affermare che la reattività del Fegato propone l’azione, la gioia di vivere del Cuore la realizza.
La Vescica Biliare fornisce il senso di ciò che è giusto e la determinazione, l’Intestino Tenue, raccoglie questo e lo completa con la critica e il senso della “scelta adatta per chi la compie”.
Alla Milza è associata la riflessione, la capacità di digerire gli eventi, di assimilare ciò che permette l’evoluzione del soggetto e l’attitudine al raccogliersi e maturare i frutti della propria esperienza.
E’ quella facoltà psichica di rielaborazione del vissuto grazie alla quale si trasformano gli eventi in “memoria” e il corpo viene “segnato” e trasformato nell’arco della vita da ciò che sperimentiamo.
Pertanto è collegata alla capacità di memorizzare e di ricordare, esprime la razionalità intesa come capacità di trovare il senso delle cose e di riordinarle in modo logico e significativo.
Il viscere accoppiato, lo Stomaco aiuta la Milza in questo compito fornendo il gradimento iniziale.
Il cibo, appena ingerito, per primo incontra lo stomaco il quale decide se il cibo è gradito e assimilabile oppure no. Lo stesso avviene sul piano emozionale: lo stomaco decide se introiettare un’esperienza oppure rigettarla.
Se la introietta, la offre alla perizia cognitiva della Milza che la memorizza e poi la razionalizza.
Se decide di rigettarla, ciò può avvenire in modo imprevedibile e, poiché non viene “consultata” la razionalità della Milza, tale rifiuto può essere irrazionale e difficile da giustificare (raptus, follia).
Al Polmone è associata la Tristezza.
Con questo sentimento si vuole esprimere la commozione nostalgica e pungente di fronte alla Bellezza e alla segreta vitalità del creato, la percezione sottile della precarietà delle cose.
Corrisponderebbe, se parlassimo di età dell’uomo, all’inizio della vecchiaia, quando si comincia a sentire che le energie si riducono, e il ricordo fa tornare alla mente il tempo fuggito e presenze perdute.
E’ il senso della Morte, ma anche la capacità di percepire l’oltretomba.
E’ la comunione panica con la Natura (fonte della poesia), la coscienza del Mistero e l’anelito di spiritualità.
Forse può essere più adatto il termine “spleen” inteso come lo intendevano i romantici: il tedio di vivere di chi pure ama vivere e non trova il Senso pur percependo che un senso ha da esserci.
Il viscere accoppiato, l’Intestino Crasso aiuta a mantenere il contatto con la realtà (restare coi piedi per terra per poter decidere) e ad eliminare le “scorie” della vita, potrebbe essere forse l’espressione dei meccanismi psichici di rimozione che permettono di interrompere un blocco e riprendere contatto con la realtà superando così le perdite e i traumi.
Al Rene è associata la Paura.
In realtà al Rene è associata anche la Volontà.
Stupisce pertanto che vi sia associata la Paura, che suona come un’emozione negativa.
Il Rene è la radice della vita, rappresenta nell’uomo l’elemento dell’Acqua.
La precarietà della vita minaccia il radicamento in essa e il proposito: questo genera paura.
Paura di avere volontà e radicamento nella vita insufficiente e quindi paura di essere sradicati.
Il Viscere accoppiato, la Vescica conserva il senso del possesso, che è espressione della volontà di circoscrivere e possedere un proprio “territorio esistenziale” (se in eccesso determina la comparsa della gelosia).
Inoltre offre la facoltà psichica della “selezione delle cose” da conservare e da eliminare, delle cose da possedere e di quelle da lasciare andare.